L’associazione

L’avventura dell’associazione Le Alpi del Sole prende avvio il 17 dicembre del 1991, quando presso il notaio Bollati di Cuneo sette presidenti di altrettante sezioni del Club Alpino Italiano ne sottoscrivono lo Statuto. Il progetto ha preso corpo attorno all’idea di realizzare in comune una rivista, come racconta Gian Mario Giolito nella presentazione di Alpidoc. Aderiscono all’iniziativa Alba, Barge, Bra, Cuneo, Mondovì, Peveragno, Savigliano. In una intervista che compare nel primo numero del trimestrale, i presidenti delle sette sezioni tracciano un quadro della situazione del Club Alpino nella Provincia Granda, da cui emerge un’immagine di grande salute, con un sodalizio in continua crescita.

Nel 1993 entrano a far parte dell’associazione anche le sezioni di Ceva, Fossano, Garessio, Ormea e Racconigi. Per raggiungere l’en plein auspicato nell’editoriale del quinto numero di Alpidoc manca solo Saluzzo. Il risultato verrà raggiunto con soddisfazione già l’anno successivo. La collaborazione in campo editoriale rafforza i rapporti all’interno dell’associazione che, nel 1993, prendendo spunto da una iniziativa della Società Alpinisti Tridentini lancia il progetto di studiare il tipo di frequentazione e di utilizzo dei sentieri alpini e dei rifugi. Ne nasce una ricerca, I rifugi della Granda sotto inchiesta, annunciata nel numero 10 della rivista e illustrata rispetto ai risultati ottenuti nel numero successivo (Capanne da “Cinque giorni, un’estate”).

Dopo i rifugi, si affronta un altro tema fondamentale per il CAI, quello delle scuole (Piccolo era bello… ora non più) ma si apre anche al territorio organizzando un convegno a Cuneo nel febbraio del 1995 sulle centraline idroelettriche, che stanno proliferando nelle valli. La coesione all’interno dell’associazione cresce, e nel 1996 con l’apporto di tutte le sezioni cuneesi viene organizzata nel capoluogo l’assemblea nazionale dei delegati.

Il dibattito sulle scuole è sempre caldo, e le posizioni critiche rispetto alla loro gestione che paiono prevalere nell’associazione non piacciono a livello centrale. Le Alpi del Sole organizzano a Cuneo nell’ottobre del 1996 un confronto non risolutivo (Tanto rumore per nulla?) e che fa emergere la diversità di posizioni all’interno delle singole sezioni tra consigli da un lato e corpo istruttori dall’altro.

Il 1997 è un anno fondamentale per la vita de Le Alpi del Sole. Gian Mario Giolito, socio di Bra e consigliere centrale, annuncia in un editoriale su Alpidoc che è venuto il momento di apportare sostanziali cambiamenti alle carte statutarie, mettendo nero su bianco quanto da tempo si è concretizzato nella pratica: non solo più impegno collettivo per la realizzazione di Alpidoc ma fronte comune per attività a 360°. Tra le innovazioni apportate dal nuovo Statuto, c’è la creazione della figura di coordinatore dell’associazione. A ricoprire la carica viene chiamato Mauro Manfredi, ex presidente del CAI Cuneo, che nel suo primo editoriale ripercorre le principali tappe evolutive de Le Alpi del Sole, mentre in un successivo intervento, Un esperimento da riproporre?, si interroga sulla possibilità che questa nuova forma di rappresentanza possa essere sviluppata all’interno del CAI anche in altri contesti geografici.

Cos’è oggi l’arrampicata?, e in particolare: è un bene la proliferazione di vie a spit? Per cercare una risposta, l’associazione organizza nel novembre del 2000 insieme al Parco delle Alpi Marittime al centro congressi della Provincia l’incontro Spit dove? Montagne per tutti: una sfida per l’arrampicata del Duemila. La risposta che emerge al termine di un affollato e acceso dibattito è interlocutoria: Non dappertutto, possibilmente…

Il 2000 è anche l’anno della nascita di una nuova sezione, Cervasca, che fin da subito chiede di essere ammessa ne Le Alpi del Sole: si raggiungono così le quattordici adesioni. Gli orizzonti si amplieranno ulteriormente con l’entrata nel 2004 di Cavour, prima sezione extra provinciale, e nel 2007 di Savona, prima sezione extra regionale. Due realtà che per altro sono ben radicate nelle Alpi del Sole, non solo in virtù dell’attività dei propri soci ma anche per la gestione rispettivamente dei rifugi dell’Alpetto in Valle Po, Savona in Valle Tanaro e del Laus in Valle Stura. Ruolo e peso dell’associazione ottengono un importante riconoscimento nel 2002, quando in concomitanza con il decimo anniversario di Alpidoc la Provincia di Cuneo interviene economicamente a favore della rivista assicurandone una ulteriore diffusione. Un rapporto di fiducia e collaborazione che si è protratto fino al 2014.

Nel 2005 si registra il cambio della guardia ai vertici dell’associazione. Mauro Manfredi saluta saluta e passa il testimone a Sergio Vizio, presidente della Sezione di Fossano, che nel suo primo editoriale individua i temi caldi su cui le Alpi del Sole dovranno far sentire la loro voce.

A quattordici anni di distanza dal numero di esordio le pagine di Alpidoc ospitano il resoconto di un incontro tra i presidenti delle varie sezioni che si esprimono circa lo stato di salute del sodalizio. I pareri tendono a convergere: Molta luce, una grande ombra (e quest’ultima è la scarsa partecipazione giovanile).

Nel febbraio del 2007, a seguito della chiodatura a spit della storica Campia al Corno Stella da parte di una cordata francese, su iniziativa de Le Alpi del Sole e del Parco delle Alpi Marittime, in un convegno organizzato a Cuneo, si torna a parlare di attrezzatura delle vie, e insieme della segnalazione degli itinerari escursionistici. Ancora una volta l’incontro, da cui scaturisce il dossier Bolli e spit: senza limiti?, dimostra l’impossibilità di una mediazione tra le posizioni delle varie componenti del mondo degli appassionati di montagna e dell’arrampicata in particolare.

Il 2012 è l’anno dei festeggiamenti per il ventesimo anniversario di creazione dell’associazione. Lo speciale di Alpidoc dedicato alla ricorrenza è incentrato sulla domanda Quale cambiamento? Un interrogativo che in riferimento all’evoluzione della vita sociale del Club Alpino fa emergere il timore che l’incalzare della burocrazia possa definitivamente snaturare lo spirito originario del sodalizio. Un timore che viene ridimensionato da vivacità e pluralità di posizioni che emergono all’interno dell’associazione in tema di utilizzo dell’elicottero in montagna.

Associazione che nel 2013 vede un nuovo avvicendamento per quanto riguarda la figura del coordinatore: da Sergio Vizio l’incarico passa a Franco Dardanello, ex presidente della Sezione di Cuneo.
Nel 2016, alla guida delle Alpi del Sole viene eletto Osvaldo Imberti, a sua volta ex presidente della Sezione di Fossano. Nel 2022 gli succede Gabriele Gallo, della Sezione di Mondovì. A inizio 2024 a Gallo subentra Davide Avagnina, già past president della sezione monregalese del CAI, incaricato dal CAI Centrale per la Cooperazione Internazionale e le Relazioni Estere e membro del Comitato di Gestione dell’Union International des Associations d’Alpinisme (UIAA).

Nel 2018 è stato pubblicato il numero 100 della rivista, un traguardo importante per una delle poche testate di montagna sopravvissute (per ora) alla moria che, complice anche l’informazione digitale “usa e getta”, ha colpito le riviste del settore su scala nazionale. Pur essendo quella di Alpidoc una realtà piccolissima, a dispetto della superficialità imperante noi continuiamo a credere nell’utilità del nostro progetto: cercare di promuovere la cultura della montagna è uno dei principi fondanti del Club Alpino Italiano, e di cultura intesa anche se non soprattutto come etica oggi più che mai c’è bisogno.

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