Il Vallone di Assedras è risalito ogni anno da centinaia di alpinisti che, dopo il pernottamento al Rifugio Remondino, si cimentano nella classica salita alla Cima Sud dellʼArgentera, la più alta delle Marittime. Lʼambiente è grandioso, dominato da imponenti pareti rocciose, tra le quali emerge, per la sua forma slanciata, la Cima di Nasta. Numerose sono le vie che percorrono le pareti di roccia del versante ovest, segnato da un evidente ed elegante spigolo che la percorre per tutta la sua interezza e che, pur costituendo una linea di salita logica ed esteticamente attraente, ha aspettato fino al 2006 per vedere tracciare sul suo filo un itinerario a opera di un grande dellʼalpinismo: Patrick Gabarrou. Lʼitinerario sale pressoché rettilineo, dalle pietraie verso la vetta, percorrendo zone di roccia molto bella; nella parte finale si innesta sulle ultime lunghezze dello storico Spigolo Vernet permettendo di raggiungere la vetta: lʼunione dei tracciati costituisce un itinerario di notevole soddisfazione.
Prima salita: Patrick Gabarrou e amici, in pi. riprese tra il 2005 e il 2006.
Roccia: gneiss, ottima.
Difficoltà: TD+ (6b max, 6a obbligatorio).
Dislivello: 300 m dal rifugio alla base, 350 m circa lʼascensione (fino alla vetta).
Tempo di salita: 3,30/4 ore, unʼora in pi. per proseguire verso la vetta.
Materiale: 10 rinvii, alcuni friend medio piccoli, fettucce, corde da 50 m. Via attrezzata con spit alle soste e lungo i tiri, protezioni non ravvicinate; chiodi nelle lunghezze finali dello Spigolo Vernet.
Accesso stradale: da Cuneo si risale la Valle Gesso fino alle Terme di Valdieri. Si continua per il Piano della Casa (ultimo tratto sterrato, generalmente un poʼ accidentato) fino allʼinizio del sentiero per il Rifugio Remondino. Lasciata lʼauto si sale il sentiero, a tratti ripido, che conduce in 2-2,30 ore al rifugio, posto su un poggio in posizione altamente panoramica.
Avvicinamento: dal rifugio si può già individuare lʼevidente spigolo su cui corre la via. Si segue per un tratto il sentiero per il Lago di Nasta e quando questo piega decisamente a destra, lo si abbandona per risalire faticosamente i pendii di erba e detrito che conducono alla conca sottostante le pareti della Nasta. Si sale lungo il nevaio e ci si porta nel punto più basso dello spigolo. Spit con cordone visibile a 5-6 metri di altezza. A inizio stagione possono essere indispensabili i ramponi (1 ora dal rifugio).
Salita.
1) Si risale un muro verticale di roccia lavorata (6a). 40 m.
2) Si prosegue per la placca con piccoli appigli e poi direttamente su un corto muro verticale, dopo il quale si attraversa leggermente a sinistra guadagnando un piccolo speroncino (6a, 6b, 5b). 40 m.
3) Ancora leggermente a sinistra quindi, con lʼaiuto di un blocco incastrato, ci si ristabilisce in equilibrio per contornare a sinistra uno strapiombo e risalire la placca successiva (6a, 5c) 25 m.
4) Si traversa a sinistra e si risale un bel diedro obliquo (sosta sullo spigolo, 5b/c). 30 m.
5) Sulla sinistra per guadagnare un diedro camino, poi si prosegue lasciando a destra una terrazza pietrosa e si continua per placca (5c). 45 m.
6) Si prosegue lungo la placca (5c). 30 m.
7) Qualche metro a destra, quindi in obliquo a sinistra, continuando fino sotto una terrazza (5c). 50 m, esposto.
8) Ci si porta sul lato sinistro dello sperone, si supera una zona di blocchi e lungo un risalto compatto si raggiungere il collegamento con la via dello
Spigolo Vernet (5b). 50 m. Da qui si pu. scendere in corda doppia lungo la via, oppure decidere di affrontare le ultime due lunghezze dello Spigolo Vernet: in questo caso si sale un canale-camino a destra di una fessura a Z, si appoggia a destra e si raggiunge lʼanticima lungo una parete verticale ma ricca di appigli (2 lunghezze, 5b max, chiodi di sosta e nei tiri). Dallʼanticima si prosegue per lʼaerea cresta con andamento a semicerchio che con arrampicata esposta e passi sia in salita sia in discesa porta alla Cima di Nasta.
Discesa: si scende lungo un sistema di cenge sul lato nord che con andamento verso destra (fronte a valle) conduce allʼintaglio del Colle della Forchetta. Da qui un canalone pietroso permette di raggiungere la conca del Lago di Nasta, dove si incontrano tacche di vernice e ometti in pietra del sentiero che riporta al rifugio.
Arrampicatore attratto dalle pareti più appartate e dimenticate, Ilario Tealdi, cuneese, ha partecipato all’apertura di numerose nuove vie “ingaggiose”, in particolare con l’amico e storico compagno di cordata Enrico Manna. Fa parte della Scuola di Scialpinismo Ellena del CAI Cuneo, è accompagnatore di Alpinismo Giovanile, volontario del Soccorso Alpino e direttore del periodico sezionale Montagne Nostre.