Il Canalone di Lourousa è senza dubbio lo scivolo innevato più conosciuto delle Alpi Marittime. Incastonato tra la severa parete nord del Corno Stella, la Cima Gelas di Lourousa e il Monte Stella, si presenta come una lunga e sempre più sottile linea di neve e ghiaccio che si innalza per circa 750 metri, dalla quale emergono solamente alcuni isolotti rocciosi nella parte mediana. Il raggiungimento del Colletto di Lourousa dopo aver risalito le pendenze continue sui 40-45° e lʼimpennata sui 50° del tratto finale, apre lo scenario sulla Serra dellʼArgentera e sulla lunga cresta che unisce le cime. Lʼambiente diventa solare, la neve lascia spazio alle rocce, si raggiunge la Cima nord e si continua la cavalcata a fil di cielo fino alla cima più alta delle Marittime, la Sud dellʼArgentera (3297 m). La salita, pur non essendo tecnicamente difficile, richiede un ottimo allenamento fisico, resistenza e capacità di muoversi in ambienti severi.
Le prime tre ascensioni, compiute a fine Ottocento, portano il nome dei pionieri della conquista delle Marittime: Coolidge, Almer, Purtscheller, De Cessole (con guide e portatori).
Il concatenamento del canale con la traversata permette di entrare nel cuore delle Marittime, senza andare a cercare la difficoltà, ma con il desiderio di partire, salire, lasciarsi trasportare fino a scoprire che il mare da cui prendono il nome non è lontano. Ma qui è montagna vera…
Prima salita: W. A. B. Coolidge con C. e U. Almer, 18 agosto 1879
Difficoltà: AD, passaggio di IV per la parte rocciosa.
Dislivello: 200 m circa lʼavvicinamento dal Bivacco Varrone alla base del canalone, 750 metri circa il canalone, altri 160 m la parte rocciosa fino alla Cima Sud. In discesa 160 metri fino al Passo dei Detriti e altri 1320 fino al Piano della Casa. Conviene prevedere di avere unʼauto al Piano della Casa per evitare il lungo spostamento sulla strada che riporta alle Terme, punto di partenza.
Tempo di salita: 3-4 ore dal bivacco al Colletto Lourousa, 3-3,30 ore per la traversata in cresta, 45 min. la discesa fino al Passo dei Detriti dove finiscono le difficoltà, 4-4,30 ore fino al Piano della Casa.
Materiale: piccozza (meglio 2 con neve dura), ramponi, corda, un minimo di rinvii e fettucce o cordini per la cresta. Lungo lʼitinerario è presente un chiodo sul passaggio più impegnativo della cresta, alcuni spit sulla via normale di discesa dallʼArgentera.
Accesso stradale: da Cuneo, passati per Borgo San Dalmazzo si risale la Valle dei Gessi. Superato Valdieri, si continua per SantʼAnna di Valdieri e Terme (1368 m). Subito dopo il ponte che attraversa il Gesso, in vista del grande albergo delle terme, si svolta sinistra e si scende allʼarea parcheggio.
Avvicinamento: dal parcheggio si imbocca il sentiero (indicazioni Morelli, Varrone) che attraversa il rio e con una lunga serie di tornanti risale il Vallone di Lourousa fino a raggiungere il Gias del Lagarot (1917 m). Si continua per breve tratto fino a incontrare un bivio: si prosegue seguendo le indicazioni per il Bivacco Varrone, gi. visibile tra i grandi massi. Con una serie di ampi tornanti si risale la pietraia con un comodo sentiero (tacche rosse), tralasciando la diramazione per il passo del Souffi (tacche gialle) sulla destra. Con un ultimo tratto sempre ben segnalato tra grandi massi si raggiunge il bel Bivacco Varrone (2270 m; 12 posti senza cucina e senza acqua corrente, coperte in loco; di proprietà del CAI di Cuneo, attualmente curato dalla Squadra del Soccorso Alpino di Cuneo che lo mantiene in ottimo stato, provvedendo alla manutenzione e alla pulizia rendendolo così accogliente pur nella severità del luogo).
Salita: dal bivacco si risale la faticosa morena (tracce) in direzione della conca morenica che precede il Canalone di Lourousa. Calzati i ramponi si risale il canalone (40-45°) fino ad alcuni caratteristici isolotti rocciosi che si incontrano sulla sinistra. Si superano uscendo a sinistra e proseguendo con inclinazione che diventa ora pi. sostenuta (tratti a 50°) fino a pervenire al Colletto Coolidge (3220 m). La salita deve essere intrapresa alle prime ore del mattino per limitare il pericolo di caduta pietre . Se ce ne fosse la necessità oltre il colletto si può scendere nella sottostate conca dellʼAltipiano del Baus con 3 corde doppie da 30 m e rientrare al Rifugio Morelli dal Passo del Chiapous (altra breve doppia attrezzata sulla sinistra dellʼintaglio, nel senso di marcia).
Dal Colletto Coolidge si prosegue lungo una evidente cengia che taglia la bastionata rocciosa sotto il Gelas di Lourousa e punta (sud) in direzione della evidente Cima Nord dellʼArgentera. Al suo termine si seguono le tracce (ometti) che in breve conducono alla Cima nord (croce, 3286 m).
Si passa ora sul versante ovest (lato Vallone dellʼArgentera) e si segue lʼaffilata cresta, da percorrere in leggera discesa fino al Colletto delle Forcella (3240 m), dove sbuca lʼomonimo Canalone. Si ripassa nuovamente sul versante est su una cengia e dopo alcuni metri si gira a destra fino sotto un breve tratto di rocce verticali che si supera direttamente e obliquando leggermente a sinistra (III+,IV; 1 chiodo). Si raggiunge così la cresta che conduce facilmente sulla massima elevazione delle Alpi Marittime: la Cima Sud (3297 m).
Discesa: si scende per alcuni metri sul versante est, fino a guadagnare lʼimbocco di un camino-canale che si percorre con cautela (alcuni punti di ancoraggio e tratti di corda). Nella parte bassa il canale diventa più largo (attenzione al pietrisco depositato sulle placche rocciose) e conduce a una lunga cengia che, con tratti delicati ed esposti (protezioni in loco) attraversa tutta la parete e porta allʼintaglio del Passo dei Detriti (3122 m). Qui le difficoltà tecniche terminano e si pu. divallare seguendo le tracce che scendono nel ripido canalone di sfasciumi (non a caso denominato Canalone dei Detriti), al termine del quale, seguendo le tacche e gli ometti in pietra si raggiunge il Rifugio Remondino (2435 m). Un comodo sentiero permette di raggiungere il Piano della Casa (1796 m), da cui si fa ritorno alle Terme.
Arrampicatore attratto dalle pareti più appartate e dimenticate, Ilario Tealdi, cuneese, ha partecipato all’apertura di numerose nuove vie “ingaggiose”, in particolare con l’amico e storico compagno di cordata Enrico Manna. Fa parte della Scuola di Scialpinismo Ellena del CAI Cuneo, è accompagnatore di Alpinismo Giovanile, volontario del Soccorso Alpino e direttore del periodico sezionale Montagne Nostre.