In Aspromonte
Il resoconto di un viaggio cultural-escursionistico-gastronomico organizzato dall'1 all'8 giugno dalla Sottosezione Valbormida
Siamo partiti per l’Aspromonte. All’arrivo all’aeroporto di Reggio Calabria ci accolgono numerose scritte “Sciàlatela!”, che Pietro, interprete ufficiale del gruppo, traduce per noi: Goditela! E ce la siamo davvero scialata.
La Sottosezione Valbormida, con l’appoggio logistico-culturale-enogastronomico dell’associazione Misafumera ha fatto un altro centro.
Otto giorni di camminate, nuotate nei mari Jonio e Tirreno, incursioni culturali nella Magna Grecia, abbracci a querce e ulivi secolari, degustazioni di piatti semplici e meravigliosi (per non parlare dei vini), sempre sotto la protezione dei magnifici Antonio e Teresa al Rifugio Il Biancospino , ai quali si sono uniti i ragazzi del Boschetto Fiorito ad Antonimina.
La prima escursione, a Montalto, è piuttosto impegnativa: camminiamo per ore in mezzo alle ginestre in fiore e a boschi di faggi e abeti altissimi che ricordano antiche cattedrali.
L’escursione successiva è un anello a picco sul “mare color del vino”, di omerica memoria. Ha piovuto molto e ci facciamo largo a fatica nella vegetazione altissima: ci vorrebbe un machete. Nel pomeriggio bagno ristoratore e visita alla Cooperativa Valle del Marro – Libera Terra, dove Antonio ci spiega il lavoro dei ragazzi dell’azienda, che vanno avanti caparbiamente, nonostante le mille intimidazioni ‘ndranghetiste: una realtà davvero eroica, che ci fa venire i brividi.
L’indomani Cascata di Forgiarelle, attraversando la riserva integrale del Parco Nazionale d’Aspromonte: le querce secolari ci lasciano senza parole. È già ora di abbandonare – a malincuore – il nostro magnifico Rifugio Biancospino per trasferirci ad Antonimina, ma prima facciamo visita al bel borgo di Gerace, seguita dal bagno, questa volta nello Jonio.
Arrivati ad Antonimina, borgo decisamente verticale, arroccato come è contro la montagna, i ragazzi del Boschetto Fiorito ci distribuiscono nelle varie case, facendoci sperimentare l’ospitalità diffusa, una delle caratteristiche del borgo.
L’indomani escursione al Monte Tre Pizzi, tra fioriture meravigliose (alla ginestra si è aggiunta la ferula) e profumi di macchia mediterranea. E per l’ultima escursione andiamo alla Pietra Cappa, camminando sempre in mezzo alla macchia e visitando un eremo di monaci basiliani nascosto nelle rocce.
Al ritorno i ragazzi del Boschetto Fiorito ci fanno trovare un mercatino di prodotti locali (formaggi, salumi, peperoncini, conserve, biscotti e l’estratto di bergamotto, che pare sia in grado di ridurre il colesterolo anche ai ghiottoni più impenitenti), che finiscono velocemente nelle nostre capienti valigie.
Ultimo giorno, un tuffo nella Magna Grecia, con la visita al Museo Archeologico di Reggio con i famosi Bronzi di Riace e tantissimi altri reperti meravigliosi. Anche se il tempo è tiranno, Tommaso, la nostra coltissima guida, ci fa assaporare ogni secondo della visita. Purtroppo è già ora di ripartire, ma abbiamo ancora qualche minuto per un indimenticabile gelato al chioschetto fuori dal museo.
Eccoci di nuovo in aeroporto: sì, ce la siamo davvero scialata.
Un grazie di cuore a Angelo, Ros e Lori per l’organizzazione, ad Antonio e Teresa del Rifugio Biancospino e ai ragazzi del Boschetto Fiorito per l’accoglienza meravigliosa e, mah sì, anche a Diego di Misafumera, che per il terzo anno di fila ci ha garantito una vacanza indimenticabile. Grazie anche a tutti i partecipanti, in ordine sparso: Pietro, Carlo, Marina, Bruna, Antuono, Silvia, Carmen, Lino, Ilona, Alessandro, Fulvia, Elvira, Andreina, Pasqualina, Vanna, Aldo.
s.p.