La Valle Varaita ospita il microfestival Fame d’acqua
Dal 20 al 22 ottobre, tre giorni di conferenze e dibattiti tra chi abita, studia e amministra le vallate cuneesi per parlare della gestione dell'acqua in montagna ai tempi della crisi climatica

La siccità, cosa impensabile fino alle ultime decadi del Novecento, di recente ha iniziato a colpire in modo preoccupante anche il Nord Ovest d’Italia, tanto che ormai, in alcune valli del Cuneese l’approvvigionamento idrico, nei periodi più critici, è garantito dalle autobotti che arrivano dalla pianura.
Il che però non vieta che si costruiscano invasi per consentire l’innevamento programmato alle stazioni sciistiche nostrane, piccole o grandi che siano, a dispetto del fatto che, tra l’altro, il numero dei “pistaioli”, per più di una ragione, risulti essere incontrovertibilmente in netto calo.

Nuovo invaso per l’innevamento artificiale nei pressi della Tura, Valle Maudagna
Con ogni evidenza, l’acqua – bene comune dell’umanità, nonché la più importante risorsa del nostro pianeta – per chi ancora non ha preso sul serio le conseguenze del cambiamento climatico ha valore più che altro quando assume forma di neve.
Forse c’è un problema di “visione” ed è il caso di parlarne.
I più restii ad affrontare l’argomento sembrano essere i decisori politici, i quali, non sapendo offrire al proprio elettorato di riferimento un modello di industria in grado di prendere il posto di quella, ormai obsoleta, dello sci, continuano a tenere economicamente in vita un paziente che da solo non respira più.
Dal basso invece, qualcosa si muove. E “basso” significa associazioni, ricercatori, cittadini, valligiani che tengono alla salute della res publica.
Ne è un esempio Incontri in valle, non ancora un’associazione, al momento un semplice insieme di persone che vivono, lavorano, operano, e chi più ne ha più ne metta, in Valle Varaita, unite dal desiderio/volontà/sogno/bisogno di “fare qualcosa per cambiare le cose”. Ovvero di fare comunità. La cosa più difficile nelle realtà di montagna dell’era post spopolamento – e forse anche di quella precedente, resa socialmente bucolica giusto da una certa epica costruita a tavolino. Non a caso le valli, anche quelle dove il turismo “sostenibile” prospera, non riescono a invertire la rotta dell’abbandono. Anzi…
Agli esponenti di Incontri in Valle, per realizzare il microfestival Fame d’acqua, che si terrà dal 20 al 22 ottobre, ha dato carta bianca l’associazione TerreOltre, nata nel 2021 da uno sparuto gruppo di “individui di buona volontà” accomunati dall’obiettivo di occuparsi, a livello nazionale, dei problemi delle cosiddette “aree interne”.
Come scrive Emiliano Negrini, uno dei fondatori di TerreOltre,
mentre di transizione ecologica si parla sempre meno, ammesso che questa abbia mai avuto un reale significato e una reale percorribilità, che cosa rimane dei “nuovi montanari”, dei “restanti” e dei “ritornanti”, dei “ragazzi che riprendono la terra dei nonni”?
Poco. Esperienze locali, a macchia di leopardo, spesso deboli e lasciate all’iniziativa di singoli individui e di sporadiche amministrazioni. Una mappa piena di vuoti, dove i servizi continuano a mancare e calano anzi anno dopo anno nonostante la retorica, e dove produrre un reddito è sempre più difficile e demotivante. Anche parlare di turismo nelle aree interne, a lungo proposto come freno al loro spopolamento, sta in molti casi mostrando la sua incapacità di distribuire equamente ricchezza, concentrandola secondo le scelte di algoritmi eterodiretti e di capitali basati altrove, con effetti collaterali spesso pesanti e ancora una volta escludenti.
La narrazione è fin troppo velocemente cambiata. Servono nuove analisi e nuovi modelli di sviluppo, di tutela del territorio, di cura di chi lo abita.
È necessario ridare voce a chi vive le aree interne.
La sfida è proprio quella di riuscire a rompere il muro di diffidenza che – al di là delle teorizzazioni su una metromontagna che rischia di rimanere un oscuro neologismo – tuttora divide valligiani da cittadini, per perseguire insieme obiettivi che portino reali benefici alle comunità di valle, a prescindere dal fatto che gli attori delle azioni siano nativi oppure nuovi montanari.
Per usare le parole dello stesso Negrini, si tratta di un esperimento sociale. Al quale vale sicuramente la pena di partecipare. Magari per diffonderlo.
Spazio, dunque, agli organizzatori e al programma.
Dal 20 al 22 ottobre la Valle Varaita ospita il microfestival Fame d’acqua, dedicato alla gestione dell’acqua in montagna ai tempi della crisi climatica.
Il festival si propone come occasione di formazione e di confronto e ha l’obiettivo di innescare una riflessione critica e costruttiva su un tema molto rilevante per chi vive e lavora in Valle Varaita e nelle valli e pianure vicine.
Il programma
- Venerdì 20, alle ore 21.00, a cura dell’associazione culturale La Mosca sul Muro, presso la Sala Polivalente-Cinema di Piasco, proiezione gratuita di Watermark. L’acqua è il bene più prezioso, straordinario documentario sul fondamentale ruolo che l’acqua ricopre nella formazione e nello sviluppo dei popoli.
Ogni essere vivente ha bisogno di acqua. Noi umani interagiamo con l’acqua in una miriade di modi, più volte al giorno. Ma quante volte prendiamo davvero in considerazione la complessità di questa interazione? Ogni quanto ci fermiamo a meditare sulla peculiarità dell’acqua di creare, sostenere e insieme arricchire la vita, fatta eccezione dei momenti in cui dobbiamo confrontarci con la sua mancanza? Watermark è un film-documentario che raccoglie storie da tutto il mondo che hanno come tema il rapporto dell’uomo con l’acqua: come ne è attratto, che cosa gli insegna, come la usa e quali sono le conseguenze che questo uso comporta.

- Sabato 21 alle ore 15.00, presso la Biblioteca di Frassino, conferenza Altissima, purissima, scarsissima. Il futuro dell’acqua nelle valli del Cuneese.
Interverranno Elisa Palazzi (climatologa e docente presso l’Università di Torino), Stefano Fenoglio (cofondatore del centro per lo studio dei fiumi alpini e docente all’Università di Torino) e Livio Quaranta (presidente dell’Azienda Cuneese dell’Acqua). - Al termine degli interventi si aprirà uno spazio di confronto con il pubblico presente in sala.
In contemporanea, sempre a Frassino, i bambini e le bambine potranno partecipare al laboratorio Alla scoperta dell’acqua, sviluppato dall’asilo di Melle, La casa dei Liberi (dai 3 a i 12 anni, necessaria prenotazione al 338.3072431).
Intorno alle ore 18, chiuderà la giornata la merenda sinoira, preparata dal cuoco Paolo Meneguz con prodotti del territorio e offerta dagli organizzatori del festival.
- Domenica 22 alle ore 14.00 a Rore, presso la sede dell’associazione Lu Cunvent, Acqua in bocca, un pomeriggio di discussione aperta a tutte le persone che vogliono confrontarsi sulla gestione dell’acqua non solo in Valle Varaita, ma anche nei territori limitrofi.
Apre i lavori Anar a l’Aigo. Acque libere e acque recluse in Val Varaita, inchiesta di Lele Odiardo. Seguono quattro tavoli di discussione dedicati ai principali usi dell’acqua: acqua potabile e servizi di depurazione; acqua e uso idroelettrico; acqua per il turismo invernale e l’industria; acqua per l’agricoltura e l’allevamento.
Alle 18 un aperitivo con i prodotti del territorio concluderà il festival.
Il Microfestival è un’iniziativa curata dall’associazione TerreOltre che in questi anni ha prodotto eventi culturali e di dibattito in altre parti d’Italia e che, nel corso delle estati 2021 e 2022, ha portato momenti di incontro anche nella media e alta Valle Varaita.
La terza edizione nasce dalla collaborazione con un gruppo di abitanti della valle, che, da un anno a questa parte, in forma libera e autogestita, si ritrova per discutere di temi culturali, istituzionali, economici e delle possibili strategie di sviluppo del territorio montano in cui vivono.
La montagna si trova infatti a fronteggiare numerose minacce connesse alla crisi climatica e rappresenta, allo stesso tempo, un luogo strategico per i territori limitrofi per via delle sue risorse idriche, ambientali, sociali e culturali.
Fame d’acqua è quindi la prima risposta di chi in Valle Varaita vuole riflettere su questa congiuntura storica e interrogarsi sulle attuali strategie di gestione delle acque, sulla loro equità e lungimiranza, osservando con occhio critico quelle che paiono incongruenti con l’evoluzione degli scenari climatici. Un esempio è la costruzione di un invaso per l’innevamento artificiale nel vallone di Sant’Anna di Sampeyre.
Il festival nasce dunque da chi vive quotidianamente la montagna per creare un confronto più ampio capace di includere coloro che la frequentano, anche solo temporaneamente, e coloro che la studiano e la amministrano.
Per approfondimenti, terreoltre.it/famedacqua