Paola Favero ricorda Marco Clerico
L'ex tenente colonnello della Forestale di Bassano del Grappa era insieme al gruppo del CAI Peveragno al momento del tragico incidente che è costato la vita al vicepresidente della sezione
Domenica 11 luglio, nel corso di una gita sociale con la gemellata Sezione di Belluno, Marco Clerico, 59 anni, vicepresidente della Sezione di Peveragno, è rimasto vittima di una caduta mortale mentre con i compagni stava percorrendo la Ferrata degli Alleghesi al Monte Civetta, nelle Dolomiti di Zoldo.
All’indomani della tragedia, il presidente della Sezione peveragnese, Fiorenzo Dalmasso, ha tenuto precisare l’esatta dinamica dell’incidente, dal momento che numerose testate on line venete hanno riportato una ricostruzione dell’accaduto – alla quale anche questo sito, non appena appresa la terribile notizia si è attenuta – non corrispondente alla realtà dei fatti.
Spiega infatti Dalmasso che «il gruppo dei ferratisti composto da 15 elementi aveva terminato il percorso della Via Ferrata degli Alleghesi; procedeva in fila indiana sul sentiero di cresta in direzione Punta Civetta; il percorso attraversa sfasciumi non attrezzati; Marco, posizionato a circa metà gruppo, perdeva aderenza nell’attraversare un tratto ripido e precipitava lungo la parete sotto gli occhi dei compagni impotenti; il capogruppo Paola Favero, ex tenente colonnello della Forestale di Bassano del Grappa, chiamava immediatamente il 112 e faceva intervenire l’elicottero del Soccorso Alpino; io stesso segnalavo all’elicottero il punto in cui era precipitato Marco; infine per mettere in sicurezza il gruppo, tutti si sono spostati verso la Cima Civetta e successivamente hanno raggiunto il rifugio Torrani, dove hanno pernottato».
Proprio Paola Favero, oltre che Forestale anche scrittrice, alpinista ed esperta di educazione ambientale, ha voluto ricordare Marco con parole davvero toccanti che, unendoci al dolore dei suo famigliari e amici, riportiamo.
Stasera c’è la luna quasi piena, e le Dolomiti sono più belle del solito.
Ieri mentre scendevo dal Torrani con gli amici di Peveragno, con il cuore gonfio per l’incidente mortale accaduto a Marco, uno del gruppo, in prossimità della cima della Civetta, ero quasi arrabbiata con loro, quelle montagne, con la loro fredda bellezza, insensibile e lontana dalla sofferenza umana. Pensavo che non era giusto, che si facevano beffe di noi, piccoli uomini, attirandoci in un gioco troppo pericoloso, e di colpo mi faceva quasi paura questa passione, la passione per la montagna.
Ma stasera le rivedo con i loro colori, con la loro dolcezza di tramonto, con la bellezza che ci regalano, fatta di crode ma anche di fiori e corse di camosci, e capisco che noi ne facciamo parte, il loro fascino nasce dai nostri stessi sogni, e come in tutte le cose anche quassù la vita e la morte sono legate in modo indissolubile.
Nulla si crea o si distrugge, vive o muore, ma semplicemente si trasforma, passa da una forma di energia ad un’altra, come diceva il Mas, Lorenzo Massarotto, che tanto amava la montagna.
Siamo noi che diamo date, numeri, inizio e fine, ma forse non è questa la realtà, e gli spiriti dell’aria sono accanto a noi, ci accompagnano sempre lungo i sentieri o sulle pareti, solo in un altra forma da quella che conosciamo.
Lorenzo, Marco, Fabio, Ted, Ilio, Gigi, Monica, Ivano, Fausto, Davide, Jacopo e molti altri, ed ora Marco sono liberi e leggeri e rincorrono i loro sogni tra le cime, ci guardano e sorridono, e così li sento ogni volta che vado in montagna.
A volte mi trovo anche a parlare con loro, qualche pensiero che li avrebbe fatti sorridere, o incuriosire….
So che è un grande vuoto per chi resta, ma siamo assieme, lo saremo sempre.
Voglio ricordare questi giorni con i vostri sorrisi alla sera attorno alla croce di Col Rean, sopra il Rifugio Tissi, amici di Peveragno, perché quello è il momento più bello, che deve restare per sempre nel cuore, sapendo che in tutti noi c’era la gioia di essere assieme lassù.
Le immagini della parete illuminata dal tramonto, della luna che sorgeva, del cuore della Civetta che per un momento batteva con il nostro.
Così voglio ricordare anche Marco, ora anche lui spirito dell’aria.
Un abbraccio a tutti voi e a chi sta soffrendo per la sua mancanza, sperando che il dolore passi e il cuore sia poco a poco più leggero sentendo che è ancora e per sempre con noi.