Rischia la bocciatura e diventa guida alpina
Sul numero 104 di Alpidoc il racconto di come e quando Michele Perotti ha capito che cosa avrebbe voluto fare da grande
«Come sei diventato guida?» chiede Nanni Villani a Michele Perotti, classe 1993, originario di Borgo San Dalmazzo, ma da qualche tempo residente ad Andonno, paese della Valle Gesso dove negli ultimi anni si sono stabiliti diversi giovani arrampicatori.
«L’idea mi è venuta in mente quando, al quarto anno di liceo, mi hanno sospeso. È successo che un professore, dotato di scarsissimo carisma e non in grado di farsi rispettare dagli allievi, ha raccolto una moneta che “qualcuno” aveva scaldato con un accendino. È scoppiato un gran pasticcio. Lì ho pensato: se mi bocciano per motivi disciplinari, investo un anno per farmi un po’ di curriculum e dopo seguo il corso da guida.»
Liceo Classico, due anni di Giurisprudenza, una spiccata passione per la storia cosiddetta minore, la saga di Harry Potter e i romanzi di mare: un curriculum piuttosto insolito per un professionista della montagna inteso alla vecchia maniera. Eppure la sua filosofia non ha nulla a che vedere con la sregolatezza del genio…
Scalare? È un viaggio dentro sé stessi.
Per sapere (quasi) tutto su uno dei giovani alpinisti più attivi (e creativi, come testimonia anche, sempre sulla rivista, la Cronaca alpinistica a cura di Fulvio Scotto) nelle Alpi Marittime, non resta che leggere tutta l’intervista di Nanni Villani pubblicata sul numero 104 di Alpidoc, disponibile in edicola e ordinabile on line.
Foto Enrica Raviola